tag:blogger.com,1999:blog-6461184385496532105.post7512558377780615076..comments2024-01-28T15:32:38.349+01:00Comments on La pentola d'oro: …e altre parole con la maiuscola (tra cui Proust)Adrianaaaahttp://www.blogger.com/profile/01285509121374789123noreply@blogger.comBlogger10125tag:blogger.com,1999:blog-6461184385496532105.post-79292194548652458052024-01-28T15:32:38.349+01:002024-01-28T15:32:38.349+01:00Hello maate great blogHello maate great blogHandfuls of Purposehttps://hegiveshandfulsofpurpose.blogspot.com/noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6461184385496532105.post-59968192483239446882011-04-15T18:43:33.196+02:002011-04-15T18:43:33.196+02:00pardon: ho dato per assodato e non esplicitato un ...pardon: ho dato per assodato e non esplicitato un passaggio.<br />concordo pienamente e non sminuisco il passaggio del confronto e del parlare, senza cui ci si ferma all'omertà e comunque non si può passare all'azione.<br />avendo già vissuto la fase del parlare e del confrontarsi, sento la necessità del passaggio al fare.<br />ma capisco che sia un passaggio di cui sento io la necessità perché sono da troppo tempo ferma sul parlare e sul confronto.<br />perché concordo pienamente sul doversi incazzare davvero: son già a quel punto. insomma ... son già pronta e sul piede di guerra :)<br />ps:ci dobbiam vedere per lo scambio di idee per il nostro progetto, indifferentemente da che vada in porto o no!Bendy Sbendolhttps://www.blogger.com/profile/00372693305291952323noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6461184385496532105.post-58110042578061684142011-04-15T11:18:21.405+02:002011-04-15T11:18:21.405+02:00Questo commento è stato eliminato dall'autore.Bendy Sbendolhttps://www.blogger.com/profile/00372693305291952323noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6461184385496532105.post-79902795318907760912011-04-14T18:26:08.431+02:002011-04-14T18:26:08.431+02:00Invece parlare è proprio quello che ci manca...par...Invece parlare è proprio quello che ci manca...parlarci reciprocamente, non parlarsi addosso (in arabo avremmo due forme verbali diverse e la differenza sarebbe ancora più netta...scusate la riflessione da ex aspirante arabista :) ). Le frustrazioni vanno comprese, prima di tutto, e poi anche fomentate, perchè no. Sarebbe l'ora che ci incazzassimo sul serio. Ma dopo aver capito le cose, però.Adrianaaaahttps://www.blogger.com/profile/01285509121374789123noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6461184385496532105.post-22901041436876426422011-04-14T18:08:56.395+02:002011-04-14T18:08:56.395+02:00bel posto!!!!!!
azz ... arriva questo post esattam...bel posto!!!!!!<br />azz ... arriva questo post esattamente dopo l'esortazione di saviano (nell'Evento del meeting dei giornalisti) a liberarsi dal fango e dall'articolo di Galimberti, in risposta a una lettera, di mancanza, in Italia, di pensare comunitariamente, ma familiarmente, secondo lo stile mafioso, come nelle raccomandazioni.<br />l'Evento di suo non ha voce e spesso si è una realtà dinoccolata, come se ogni parte del sottoinsieme vada da una parte tutta sua e non si sia compatti.<br />difficile, ma possibile cambiare tale realtà, partendo in primis da noi stessi: se io mi adeguo o mi oppongo in maniera standardizzata, secondo regole prestabilite, inizia a essere 1 operatore in maniera eversiva.<br />con tante parole si rischia di essere sterili, di parlarsi addosso e fomentare le frustrazioni personali.<br />qui va fatto qualcosa.<br />b<br />ps: quando ci vediamo?Bendy Sbendolhttps://www.blogger.com/profile/00372693305291952323noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6461184385496532105.post-50492716152216238402011-04-14T14:52:15.210+02:002011-04-14T14:52:15.210+02:00A me va benissimo che tu usi questo spazio come an...A me va benissimo che tu usi questo spazio come analisi, primo perchè così non mi sento l'unica a farlo e secondo perchè penso che davvero ci sia bisogno di una bella terapia di gruppo collettiva :D<br />E' l'analfabetismo di cui parli tu che ci rende incapaci di agire. Siamo coltissimi, parliamo svariate lingue, sappiamo orientarci in un mondo complesso come mai nessuna generazione prima di noi, eppure siamo inermi. Non capiamo cosa significhi costruire collettivamente una prospettiva diversa, un futuro diverso. Non ce l'immaginiamo proprio, il futuro. Se sapessivo farlo, se rompessimo quello strano pudore timoroso che abbiamo, e guardassimo da qui a venti o trent'anni, capiremmo che il sistema per com'è adesso è una strada a imbuto, che ci costringerà a stare sempre più stretti e ad adattarci sempre più al ribasso.Adrianaaaahttps://www.blogger.com/profile/01285509121374789123noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6461184385496532105.post-87652298559712870002011-04-14T13:08:54.514+02:002011-04-14T13:08:54.514+02:00Non so. E' vero che si deve imparare a lavorar...Non so. E' vero che si deve imparare a lavorare collettivamente, ma ho come l'impressione che su questo siamo praticamente analfabeti. Anzi, siamo stati de-alfabetizzati al lavoro collettivo. <br /><br />Troppo spesso mi sembra che anche i momenti comuni e condivisi (come il 9 aprile) creino l'evento (appunto!) preceduto da un'attesa in cui si riversano aspettative e frustrazioni, come se solo in quell'evento fosse possibile cambiare davvero qualcosa nella propria (e, forse, altrui) esistenza. Poi, però, si torna di nuovo a casa e non è cambiato nulla. Allora probabilmente è sbagliata la strategia, l'azione. <br /><br />E va aggiunto che, in Italia, anche se un tema viene spinto dai media per un po' di tempo e con argomentazioni e fatti significativi, questa esposizione mediatica non ha conseguenze reali. Ancora: non cambia nulla. Quasi mai, perlomeno.<br /><br />Io passo la maggior parte del mio tempo lavorativo (o para-lavorativo) al pc, a casa, solitario. Anche quando mi confronto con amici e conoscenti nella mia stessa condizione, a parte un leggero sollievo che dà il non sentirsi l'unica persona a vivere così, alla fine comunque non si sa bene cosa fare. Parli, e ti sembra di cercare di afferrare aria con le mani. (E forse sto usando questo spazio come una forma di analisi in pubblico! :)kzkhttps://www.blogger.com/profile/11522079551543572434noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6461184385496532105.post-43730817494160326602011-04-13T17:53:19.561+02:002011-04-13T17:53:19.561+02:00In realtà non lo so...però davvero penso che se no...In realtà non lo so...però davvero penso che se non si impara a lavorare collettivamente, ad avere una visione collettiva di ciò che accade, che esca da quei rimuginamenti ombelicali di cui parla Mancassola, non si possa proprio andare da nessuna parteAdrianaaaahttps://www.blogger.com/profile/01285509121374789123noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6461184385496532105.post-48832727292941576512011-04-13T17:47:08.494+02:002011-04-13T17:47:08.494+02:00Citazione bellissima, grazie davvero.
Ieri ho scr...Citazione bellissima, grazie davvero. <br />Ieri ho scritto questo post un po' di getto, pensando di riversarci dentro più che altro delle paranoie mie, invece dai riscontri che ho avuto ho capito che si tratta di una sensazione molto diffusa. <br />Come sbloccarsi, dici tu. Innanzitutto cercando di liberarci da questa mentalità (patologica) che ci rende trottole inermi. Poi tentando di convincere gli altri a fare lo stesso.Adrianaaaahttps://www.blogger.com/profile/01285509121374789123noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6461184385496532105.post-18109170552945286512011-04-13T17:28:21.254+02:002011-04-13T17:28:21.254+02:00Ti incollo una citazione un po' lunga, di un p...Ti incollo una citazione un po' lunga, di un pezzo di Marco Mancassola. Parla di alcune cose di cui hai scritto tu qui, forse con una prospettiva leggermente diversa, ma leggendoti mi è subito venuto un mente:<br /><br />"La dispersione è l’orizzonte in cui siamo cresciuti. Abbiamo identità sincretiche, sfaccettate, frammentate e dislocate. Il mercato delle merci e delle esperienze ha instillato in noi, volenti o nolenti, la percezione che la vita vera fosse sempre altrove, sempre un po’ più in là, in un altro luogo: non solo nell’acquisto di un’altra merce o in un altro piano del centro commerciale, ma proprio in un’altra esperienza da fare, in un altro incontro da consumare, in un’altra emozione da non lasciarsi sfuggire, in un altro viaggio da intraprendere, in un altro capitolo del nostro romanzo interiore. Siamo cresciuti pensando che la nostra vita vera fosse altrove solo per renderci conto, infine, che forse non è più da nessuna parte. È anche per questo che essere qui e ora, in pieno, con l’altro e con la sua lotta, anche quando la sua lotta è così vicina alla nostra, ci è così difficile."<br /><br />L'intervento intero è qui: http://www.marcomancassola.com/marco_mancassola_a_nord/2010/11/generazione-locked-in.html.<br /><br />E il problema resta sempre il non riuscire a sbloccarsi da questa situazione...kzkhttps://www.blogger.com/profile/11522079551543572434noreply@blogger.com