martedì 12 luglio 2011

Shock Economy

Shock Economy è il termine coniato da Naomi Klein per indicare un meccanismo tipico del neoliberismo, rodato durante gli anni terribili dei colpi di stato filo-USA in America meridionale, e poi esportato in tutto il mondo. Si tratta, sostanzialmente, di approfittare di un evento traumatico (o di crearlo dal nulla alla bisogna) che scuota la popolazione di un paese per imporre politiche economiche che in condizioni normali sarebbero respinte. Nel momento in cui i cittadini si ritrovano spaventati, frastornati, incapaci di reagire in modo coordinato e coerente, varare provvedimenti volti a impoverirli, a rendere il loro lavoro incerto e a derubarli dei beni pubblici: privatizzazioni, tagli, abbassamento dei salari, restrizione dei diritti sindacali e via dicendo.

E’ nel momento dello shock – non un attimo prima – che le decisioni vengono prese, cioè quando coloro che subiranno gli effetti terribili dei provvedimenti sono annichiliti dalla paura. Ha seguito questo iter lo smembramento di paesi come il Cile, l’Argentina, la Russia, l’Iraq; luoghi che hanno sperimentato passaggi violentissimi verso un regime di svendita delle risorse, depauperamento della popolazione e perdita dei diritti. Ma ha imboccato questa strada anche la vicinissima Grecia, proprio in queste settimane, e la imboccheremo anche noi, con l’assai probabile istituzione di un governo di “coesione nazionale” (o “salvezza nazionale”, come l’ha chiamata, nel suo consueto delirio di tracotanza, D’Alema) che prenda quei provvedimenti che nessun governo eletto, in tempi normali – men che meno questo governo – potrebbe permettersi.

I seguaci della dottrina dello shock non perseguono il totale intorpidimento, sanno bene che una parte della popolazione continua ad agire comunque, a ribellarsi. Vogliono però creare una frattura nella normalità, dirottare il treno verso un binario anomalo, incerto, spaventoso. Su quel binario non solo le loro proposte sembrano, nel furore della corsa, accettabili, ma anche le violenze usate per reprimere le proteste. Proprio perché il tempo del diritto è perso lì dietro, da qualche parte.

L’unica soluzione, come già dicevano i 99 Posse, è fermare il treno.


Qui Tito Boeri, economista caro al centro sinistra, raccomanda l’immediata applicazione dell’accordo golpe tra Confindustria e sindacati.

2 commenti:

  1. Piu` romanticamente prefiguro come soluzione il prenderselo il treno, stile Locomotiva... XD Comunque shock economy mi e` piaciuto molto perche` e` chiaro e davvero utilizzabile come concetti e schema di fondo, meglio ancora di No Logo =)

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  2. ahah hai perfettamente ragione!molto molto meglio prendersi il treno!
    anch'io ho trovato shock economy, ma anche no logo, veramente utili, per l'ampiezza e la limpidezza del quadro.

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