martedì 26 giugno 2012

Grillo in Oriente

Della famosa intervista rilasciata da Grillo al quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth si è già parlato molto. Si è detto delle sparate sul complotto pluto-giudaico che governerebbe tutti i mezzi di informazione (a Grillo non passa per neanche per l'anticamera del cervello il fatto che lo sguardo di favore che tanti media riservano a Israele sia una questione polica, e non un incantesimo del Mossad), di quelle sui matrimoni omosessuali e dei famosi "errori di traduzione" che il suocero iraniano di Grillo avrebbe trovato nei messaggi di Osama Bin Laden, ripetendo a pappagallo la vulgata del regime di Tehran.

Io invece mi vorrei soffermare - perdonatemi la deformazione dovuta ai miei studi universitari - sull'orientalismo di Grillo, su quello che il giornalista israeliano definisce (qui) ignoranza, ma che è invece l'espressione di un'idea molto precisa del mondo. La stessa idea che impregna ogni riga scritta da vicini di idee di Grillo quali Massimo Fini.

La prima cosa che ho notato leggendo gli estratti dell'intervista riportati, ad esempio, qui è che Grillo utilizza per parlare dell'Iran la tipica attitudine dei due pesi e delle due misure. Se infatti in Italia Grillo non rivolgerebbe mai la parola a un grande costruttore, in Iran il "cugino che costruisce le autostrade" è un fine analista dell'economia del paese, tanto da poter essere utilizzato senza dubbio come fonte da citare in un'importante intervista. Ciò che è valido qui, non è detto che sia valido lì, perché lì è diverso. La stessa giustificazione che usava Montanelli per motivare la sua convivenza con una bambina di 13 anni durante la gloriosa avventura civilizzatrice italiana in Africa Orientale.

Il secondo elemento che salta agli occhi è una vena di ammirazione, l'invidia per un mondo in cui "le donne sono il centro della famiglia", e insomma tutto è al suo posto. Esattamente come in un certo decrescitismo (si veda qui) e di sicuro come nel comunitarismo rosso-bruno, si ha una gran nostalgia per i bei tempi andati in cui le donne avevano il loro posto in casa, in famiglia e gli uomini (questo rimane sottinteso) tutto il resto. Che bellezza quei popoli che ancora vivono in questo modo, che saggezza, che genuinità. Loro non sono corrotti. Ci sarebbe tanto da imparare eh sì. Neanche l'ombra di un accenno alle sofferenze patite dalle donne iraniane a causa della legge della Repubblica Islamica, né alle loro lotte. L'Iran è un luogo in ordine (cos'è più orientalista di questo), in cui l'economia va bene e la società vive in una sorta di equilibrio naturale. Da noi le cose vanno male, perché i politici corrotti, le femministe o gli immigrati (questi fattori sono intercambiabili a seconda del pubblico che si desidera affascinare) alterano l'armonia della convivenza umana.

Per chi desiderasse approfondire la questione delle "donne al centro della famiglia" e della giustizia che tutto sommato regnerebbe nella Repubblica Islamica (anche se sì vabbè gli oppositori scappano), può leggere qui.

7 commenti:

  1. Propongo una massima che sa di antico proverbio (orientale, ovviamente) propostami in una discussione moto simile a questa e che ben si adatta alla situazione:

    «la volontà è necessaria ma senza sapere un cazzo ci si tuffa nello sterco»

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  2. Lungi da me fare del relativismo da quattro soldi, non amo Grillo, non amo i rossobruni. Però l'Iran vive davvero una situazione complessa. Saranno anche le mie fonti viziate, non fanno i costruttori sia chiaro, ma raccontano di una società di difficile lettura, di un regime in mutamento, in irrigidimento e sempre più crudele, ma mi parlano anche di una società che resiste, che sta cambiando fisionomia, più libera e più bella per certi aspetti.
    Non mi sembra poi che il richiamo di Grillo sulle donne in Iran fosse una critica al femminismo delle nostre parti. E se anche Grillo la pensasse in questo modo (ma non ricordo materiale o scritti in questo senso) ciò non renderebbe affatto a mio avviso negativa questa centralità. Anzi. Mi sembra una lettura da collettivo femminista di quelli cattivi :)
    P.s.: vi assicuro che molti discorsi vengono davvero tradotti male, non di Bin Laden credo, ma di tanti altri viene riportato e distorto il messaggio originale. Una mia amica ci sta facendo una tesi di traduzione e comparazione su questo argomento.

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    1. Alessandro, hai idea di cos'è la legge iraniana sulla famiglia e sui diritti delle donne? ho messo il link nel post apposta.

      Sul maschilismo di Grillo, spero ti basti sapere che un suo post (questo http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.beppegrillo.it%2F2006%2F08%2Fil_nuovo_femmin.html&h=-AQFhGB_SAQEcVWKf4P3xyg_zyajIOUqJ0-Xv1UuJldbuFw) è stato anche ripreso dal blog "No violenza donne", che è notoriamente un blog fake interamente rivolto contro i centri anti violenza (così come anche il profilo facebook No alla violenza sulle donne). Non lo linko perché non voglio far arrivare traffico a quelle merde. Se fai una ricerchina lo trovi.
      Se poi il fatto che il posto delle donne sia in famiglia non ti sembra riduttivo e non ti sembra l'ennesimo tentativo di dire alle donne dove devono stare beh, mi sa che ti mancano proprio le basi. Collettivo femminista di quelli cattivi? No, femminismo punto.

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  3. Beh, innanzi tutto grazie per il link, in realtà osservo la galassia Grillo e la ritengo da sempre proto-fascistoide, complessa e in continua evoluzione ma con fondamenta e principi pericolosi. Non avevo, fino ad adesso, trovato materiale sulle donne, ed era un aspetto che consideravo fondamentale per riuscire a leggere correttamente i mitemi e le fanfaluche alla base del movimento e dei post di Grillo.
    Devo dire però che quello che mi hai linkato è chiaramente un post polemico-ironico; esprime perplessità sulle attuali possibili soluzioni alla violenza maschile e i falsi rimedi stile liste rosa. Mi sembra abbastanza evidente. Poi per il fatto che l'abbia ripreso pure quel gruppo facebook (che ahimè riesce ad ingannare tanti), significa solo che non sanno neanche interpretare o leggere un testo. Vedrò di tralasciare l'arrogante frase: "ti mancano le basi", solo perché ho una valutazione diversa che non ho nemmeno espresso. In due parole: Non è dire alle donne dove devono stare, ma siccome è lì che devono stare in questo momento, volenti o nolenti, che ci piaccia o meno, la famiglia diventa il luogo da cui e in cui si resiste, si trova spazi (e sopratutto TEMPI)contro la società "maschilista". La loro centralità diventa un momento di centralità sociale e politica. E poi mi sembra una lettura riduttiva, perché anche se conosco la legge iraniana sulla famiglia, conosco anche la situazione sociale che sfugge alle maglie strette della legge, con enormi differenze fra città e campagna, fra chi partecipa al potere, fra chi è ricco o meno purtroppo.

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    1. da donna (e in quanto tale persona che è stata oggetto di molestie, insulti, accuse, discriminazione di ogni genere) faccio un po' fatica a trovare divertente l'ironia sullo strupro. inoltre quel pezzo non fa proprio ridere nessuno.
      le donne in questo momento devono stare in famiglia? ma dove vivi? da che so io le donne lavorano e lo fanno da sempre, da sempre, facendosi il culo quanto gli uomini. cosa vuol dire che le donne devono stare in famiglia volenti o nolenti? ma quando mai? ma ti sei guardato intorno?

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  4. Si posso capire la difficoltà, ma non è comico, è satira. L'oggetto dell'ironia non sono le donne, sono gli uomini e le false soluzione liberal alla violenza degli uomini. Può essere che sia scritto male. Io non ho riso come te, ma ho lo stesso capito l'intento di chi lo ha scritto.
    C'è stato un grosso fraintendimento da parte tua sulla seconda parte. Non ho mai detto che le donne devono stare in famiglia! Facevo riferimento alla situazione della donna in Iran. Lì sono al centro della famiglia e, banalizzando ed generalizzando, vivono una determinata situazione: lavorano (se va bene fuori se no in casa), crescono i figli, badano ai vecchi etc etc. questo loro ruolo imposto (che non mi sogno di difendere o di accettare come positivo, ma solo di segnalare come dato di fatto) è fondamentale per la società persiana ed è l'avamposto ideale anche per rivendicazioni politiche e civili da parte delle vittime stesse. Diciamo che in questo momento (ribadisco: in Iran - ma potrei dire in Egitto o in Siria per certi versi ferme restando alcune differenze) la famiglia diventa il luogo dove le donne possono imparare a giocare con ruoli e su ruoli, facendo leva su situazioni che altrimenti le vedrebbero soccombere, con e su tempi e situazioni diverse. In questo senso, contestualizzando, la centralità della figura femminile nella vita famigliare IRANIANA (ripeto IRANIANA) diventa una risorsa per la donna, non solo una schiavitù. Fuori dalla famiglia perde potere. Dopodiché speriamo le cose cambino, speriamo che da questa posizione le cose si evolvano in meglio. Per conto mio suggerivo solo una lettura più attenta al contesto: che non bastano i bollettini delle ONG per capire come vanno le cose in un posto e per capire come farle cambiare in meglio.

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    1. "Si posso capire la difficoltà, ma non è comico, è satira. L'oggetto dell'ironia non sono le donne, sono gli uomini e le false soluzione liberal alla violenza degli uomini. Può essere che sia scritto male. Io non ho riso come te, ma ho lo stesso capito l'intento di chi lo ha scritto."

      Nemmeno io ho riso e fatico a capire dove volesse andare a parare, però ci ho visto anche una velata accusa, alla fine, ai movimenti femminili che secondo lui non protestavano abbastanza (il post è del 2006). Mah.. diciamo che se voleva fare satira non gli è riuscito. Il politicamente scorretto va maneggiato con cura e Grillo non è Sacha Baron Cohen

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