venerdì 22 marzo 2013

Le possibilità della lotta

Ho pensato tanto a te oggi, amico mio. Oggi c'è lo sciopero dei tuoi vecchi colleghi, di quell'epoca in cui eri così clandestino che per lavorare avevi dovuto fingerti un altro. 

A Piacenza quelli che facevano come te sono finiti assunti coi documenti veri, in regola. Niente CIE, né giudici, né rimpatri. Quella loro bugia necessaria cancellata dalla memoria vendicativa dei datori di lavoro e delle forze dell'ordine, e conservata solo tra le memorie utili, per ricordare per quali strade pericolose si cammina quando si è costretti.

Se fossi stato anche tu tra di loro, la tua vita sarebbe stata diversa. Non avresti dovuto scappare, con il motorino rotto e una gamba ferita dopo un incidente. Non avresti dovuto pregare per tenerti il più misero dei posti di lavoro. Se sei solo, i guai iniziano a bisbigliarti nelle orecchie ed è facile confondere quel mormorio incessante con quello delle persone pie. Alla fine hai cominciato a mormorare tutto il giorno anche tu. E poi c'è stato il sindacato. Quello che hai scelto, nonostante tutta la sua storia e le sue grandi bandiere rosse, era certamente quello sbagliato. E' stato quel sindacato a darti la prova più convincente che tutto è nelle mani di Dio.

Forse, se tu fossi stato tra quei lavoratori, ti saresti sposato. E magari a quest'ora avresti anche i bambini che desideravi. Invece sei da qualche parte a studiare da prete e a spendere i tuoi ultimi capelli neri in cambio di un disegno celeste in fondo al quale, in un luogo imperscrutabile, dovrebbe finalmente trovarsi la giustizia.

Quando ci siamo conosciuti eri il più ottimista degli ottimisti, mentre non è ottimismo quello che hai ora. E' solo l'ultimo giro della speranza prima che la giostra chiuda. E' l'ultima possibilità degli uomini e delle donne soli, che non hanno attorno altre braccia e altre gambe che non siano le loro. Tante braccia possono fermare un camion, e poi un altro e un altro ancora. Possono fermarli anche tutti. Possono fare qualunque cosa.

1 commento:

  1. È buffo (concedimi il termine) l'anacronismo creato dalle vicende del tuo amico;

    l'impero romano è già crollato una volta per ragioni fittizie, per i barbari, ed ora si appresta a crollare una seconda volta per la "crisi".

    Solo che come l'altra volta hanno utilizzato la religione come espediente per controllare tutto e tutti, dopo che tennero i romani a "panem et circenses" (o "consumismo et millealtrezazzatecomeifilmefacebook" se ti ricorda qualcosa) per non farsi rompere il cazzo e per farli disperare il doppio dopo averli abituati alle coccole per poi piombarli in una realtà terribile, ora utilizzeranno la crisi per instaurare un nuovo regime molto più simpatico e totalizzante.

    Una volta solo la gente viveva in un mondo più reale per quanto abituata ad i circenses non viveva pensando di essere in un film e comunque sia non erano stra viziati come noi.

    La crisi, ma quanto sono stronzi...

    Solitamente i falliti ora si rifugiano in altre cazzate, la religione cristiana vecchio stile non è più di moda, solo questo è buffo.

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