E come ogni spazio liberato, è perennemente minacciato, sabotato e, infine, anche stritolato con la forza delle ruspe e dei manganelli. Gassato da una pioggia di lacrimogeni, coi i suoi abitanti – stanziali o meno – costretti a riparare nei boschi.
I No Tav della Val Susa, per impedire l'apertura di un tunnel, hanno squarciato un varco che può inghiottire treno e galleria in un solo boccone. Come i manifestanti accorsi a Genova per dire la loro, dieci anni fa, come le piazze spagnole, come le decine di esperimenti di liberazione che sono in atto in questo momento in Italia, più tutti quelli che ci sono fuori.
Il fil rouge che collega le lotte i nostri nemici lo vedono benissimo. Sta a noi, nel fumo delle cariche, ritrovarlo e continuare a tesserlo.
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