Così come la rete e tutti i mondi più o meno alternativi inventati dal Capitalismo, anche la nave da crociera ha dei tratti caratteristici: nata per soddisfare i gusti di un target globale il cui immaginario di divertimento è tarato sul modello di Las Vegas, è fondata sullo sfruttamento di competenze raccolte in giro per il mondo alla bisogna e gerarchizzate su basi discriminatorie, fortemente razziste e sessiste. Non solo, ma vive grazie al fatto di occultare sistematicamente la verità di quello sfruttamento sotto la cappa di brand che hanno fatto di un aggressivo pervertimento della realtà della nave la garanzia della loro sopravvivenza e anche della loro innocenza. Lo vediamo benissimo anche in questi giorni: Costa Crociere scarica il suo capitano e gli addossa tutte le colpe, quasi si fosse trattato di un sabotatore che, sequestrando passeggeri e azienda, si divertiva a fare surf fra gli scogli per suo piacere personale e non - evidentemente - perché le sfilate a cinquanta metri dalla riva erano parte del suo incarico.
E la realtà della nave, di quella città di neon costruita a misura di un pubblico globale brutalmente appiattito, fatica ad emergere anche ora, all'indomani di un disastro che forse ha acceso qualche timida luce sui rischi che viaggi di quel tipo comportano per i passeggeri e per l'ambiente che le navi attraversano. Sui membri dell'equipaggio, invece, non si sa quasi nulla, se non che parlavano una miriade di lingue e che questo, in qualche misura, avrebbe ulteriormente ostacolato la messa in salvo dei passeggeri. Come se il fatto di non sapere le lingue fosse colpa loro, fosse l'ennesima riproposizione del canone che vuole gli asiatici - ma i servitori in generale - indolenti e rancorosi, pigri, pronti a tradire e a fare il loro interesse.
Di loro invece parlano Valentina Longo e Devi Sacchetto sul Manifesto di ieri, restituendo un quadro davvero inquietante di segregazione e discriminazione generalizzati: "Solitamente a mano a mano che le mansioni cominciano a entrare nell'obiettivo dei passeggeri, si assiste a uno sbiancamento delle maestranze, sebbene permangano alcune eccezioni volte a rafforzare i meccanismi di riproduzione dell'inferiorità. Sotto la linea di galleggiamento nelle lavanderie ci possono essere cinesi, in cucina indiani, mentre qualche piano più su le pulizie nelle cabine vengono svolte da malgasci e indonesiani, e poi baristi e camerieri esteuropei, agenti della sicurezza israeliani e indiani, animatori così come ufficiali di macchina e di coperta italiani, bassa forza marittima rumena. Nel migliore spirito colonialista non possono mancare animatori e animatrici brasiliani perché hanno il ritmo nel sangue e coinvolgono i passeggeri in danze che si vorrebbero sfrenate."
E tale segregazione, tale riproposizione in scala delle disuguaglianze globali, si riproduce anche, com'è ovvio, nella questione salariale. In un reportage di Luca Galassi sul mensile di Emergency, si parla di personale pagato 450 dollari al mese (da notare, dollari) per 12 ore di lavoro al giorno nelle mansioni più umili. Un gradino più in alto stanno precarie e precari addetti al rapporto con i clienti, e quindi solitamente bianchi, possibilmente italiani, giovani, sorridenti e capaci di incarnare al meglio lo spirito dell'azienda, che è quello espresso nei nomi delle sue ammiraglie: Serena, Concordia. Quello che l'azienda vende è un viaggio a basso impatto emotivo, in un parco giochi in cui i passeggeri vengono presi completamente in carico da un organismo apparentemente tanto sfavillante e opulento quanto placido e armonioso. La realtà della nave, appunto, occultata sotto uno spessissimo strato di moquette.
Un'altra realtà, antitetica a questa direi, traspare dalle cronache borsistiche: il titolo Carnival, già da un anno in inesorabile discesa, ha perso il 18% del suo valore in un solo giorno all'indomani del disastro. Per rassicurare i mercati, la nave andrà rimessa in condizioni di galleggiare.
In mezzo, la classe media sempre più spaesata e sottile.
Quale migliore conferma di questo "aggressivo pervertimento della realtà della nave"?
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/cronache/12_gennaio_22/manifestazione-dipendenti-costa-crociera_94251a86-4500-11e1-b12c-223272f476c4.shtml