mercoledì 28 dicembre 2011

Fincantieri in crociera

Ormeggiata nel porto di una piccola città di provincia, la Costa Concordia da il meglio di sé. Bianca, luccicante di finestre e di centinaia di metri di luci colorate appese a festa per il Natale e per il grande evento della partenza. Sua sorella minore Costa Deliziosa, ormeggiata al suo fianco, sta per partire per una crociera di 101 giorni che farà il giro del mondo, toccando sei continenti, e anche lei, Costa Concordia, si prepara salpare. Se non fosse che ognuna di queste navi contiene una spa futuristica, un cinema 4D, una discoteca e che i prezzi (nel caso della Deliziosa, a cinque cifre) sono in euro, sembrerebbe di trovarsi nella Belle Epoque. E in effetti c'è, in questa giornata, un ché di molto vecchio, un inconfondibile sapore di Fine Ottocento.

La piccola città post-industriale, con le vecchie fabbriche di mattoni abbandonate sul retro dei nuovi palazzi di vetro azzurro chiaro, per l'occasione si è intasata di pullman e auto di vacanzieri impazienti di prendere possesso del loro posto all'interno del lussuoso transatlantico. I palazzi sbiaditi - quelli di cui la crisi ha stoppato il maquillage - assumevano di fronte alla nave la tonalità beige delle miserie quotidiane, dei posti in cui si lavora e si vive e ci si diverte poi poco, delle tristi località in cui nessuno vorrebbe mai mettere piede.

A quaranta chilometri di distanza, in un tratto di litorale cancellato dalle mappe marittime in possesso dell'equipaggio della grande nave, si trova il presidio degli operai della Fincantieri di Sestri Ponente. Di fronte alla Costa Concordia, che esorbita di decine di metri dalla skyline delle casette del porto, che sembrerebbe capace di spaccare la città in due con un colpo d'elica e di prua e che in effetti, nel mare, crea danni di non molto dissimili, viene quasi da rimproverarli: dopo aver costruito un simile mostro, costretti dall'onere del lavoro, non dovevate lasciarlo andare. Dovevate sequestrarlo, gettare a mare i bulloni degli immensi motori, spegnerlo per sempre.

Ed è quello che stanno facendo, in effetti, con la Oceania Riviera, un'altra Las Vegas galleggiante che dovrebbe prendere il mare a primavera. La terranno chiusa nel recinto del cantiere fino a quando non riusciranno ad ottenere qualche garanzia su un futuro che vada oltre i due anni della cassa integrazione. Il nuovo mostro ancora in costruzione, immagino, avrà già cominciato ad emettere tonanti cigolii di disappunto.

Da Savona, la Costa Concordia le lancia richiami che fanno tremare i muri. Vedrai, sembra dirle, un giorno anche tu brulicherai di passeggeri paganti, marinai candidi, cameriere filippine, e salperai da qui verso un domani di sogno e ricchezza. Le altre navi - sono ben tre in totale - incastrate l'una accanto all'altra nel piccolo porto, le fanno eco. Tra mostri la solidarietà davvero non manca.

3 commenti:

  1. OT: una delle cosa più impressionante che abbia visto come contrasto è l'arrivo di 2 di queste "Secondigliano del Mare" nel minuscolo fiordo di Flam in Norvegia (http://www.visitflam.com/visartikkel.asp?art=250). Una cacofonia.

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  2. ahah bellissima la tua definizione.Anche se si tratta di versioni incredibilmente lucidate e imbellettate di Secondigliano.
    Anche se l'ambiente naturale non è per nulla così bello, l'impressione che si ricava quando questi bestioni attraccano nel porticciolo di Savona è ugualmente spiacevole. Sembra un'invasione aliena. Quando ce n'è tre poi, come ieri, sembra un tentativo di colonizzazione interplanetario.

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  3. Post interessante e profetico, visto che è stato scritto quindici giorni prima del naufragio della Concordia. La fine di un'epoca? Speriamo di sì. Queste navi sono l'immagine di una società basata su stereotipi, sfruttamento e cattivo gusto.

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