Terzo episodio della rubrica culinar precaria tutt'altro che settimanale del lunedì. Ho deciso di scendere a patti con il fatto che non ho tempo e di far uscire un post-ricetta solo quando me ne viene uno decente, congiuntura che purtroppo non si verifica ogni sette giorni. La mia ghiottoneria malauguratamente procede più svelta delle dita sulla tastiera, e quindi di ricette golose ne avrei a bizzeffe, ma non riesco a scriverne.
Anyway, la ricetta di questa settimana, se vorrete provarla, vi stupirà. Trattasi infatti di un insieme di ingredienti semplicissimi, essenziali, direi persino SOBRI, che, però, cucinati con senno e annaffiati da un buon rosso finiscono per sprigionare sapori più che rispettabili e indurre immancabilmente i commensali a una giovialità spontanea, de core, che non fa rimpiangere alcuna portata. Anche questa scoperta la devo al libro Pentola d'oro, che ho già abbondantemente ringraziato a suon di pacche sulla copertina.
La prima faccenda positiva di questa ricetta è che ha un prezzo precario-friendly, una roba che pure i più squattrinati, pure quelli a progetto, forse persino gli stagisti si possono permettere. Il secondo pregio è che va d'accordo coi vegetariani, pur rimanendo di larghe vedute e apertissima a eventuali aggiunte di derivazione animale, e nello specifico suina.
Riso e lenticchie
Ma come? Tutto qui? Eh, provate e vedrete.
Ingredienti:
- Lenticchie secche meglio se grandi, decisamente meglio
- Riso per risotti
- Cipolla (ma anche carote e sedano, se volete)
- Prezzemolo
- Passata di pomodoro
- Alloro e pepe a go go
Avendo poco in casa, la mia versione di questo piatto è quella più scarna possibile, ma non penso che la cambierò. Si fanno soffriggere la cipolla e il prezzemolo, poi si mettono in pentola le lenticchie lavate, facendole tostare un pochino. Quindi si aggiungono il pomodoro, l'alloro e dell'acqua, e si sala. Se sete degli inguaribili romantici e non volete rinunciare ad aggiungere un tocco di pasion maialesca (che in effetti la Pentola raccomanda), a questo punto potete introdurre un pezzo di cotenna o di pancetta o quel che vi pare.
Fate cuocere le lenticchie e quando sono cotte ma ancora leggermente al dente (l'importante è che non siano ancora arrivate a disfarsi) aggiungete il riso, controllando che ci sia abbastanza acqua. Quando anche il riso è cotto andate giù di pepe a manetta, e servite con un filo d'olio, il bicchiere di vino già citato e una salutare indifferenza nei confronti del bon ton che vieterebbe i gomiti appoggiati sulla tavola, le posture scomposte e i piedi appoggiati sui pioli delle sedie.
Grazie alle lenticchie e ai preziosi amidi del riso recupererete le energie dopo una giornata trascorsa a sbarcare il lunario nella maniera che si confà a quella che vi è toccata tra le 46 tipologie contrattuali che esistono nel mondo del lavoro italiano. Se siete disoccupati, rifocillerà i vostri stomaci a un passo dall'ulcera e allontanerà lo spettro di una fastidiosissima dipendenza dal Malox, facendo tornare sulle vostre guance il colorito del buon vivere.
Inoltre questo piatto vi darà la sensazione nettissima di possedere un sapere che i tanti gourmand del cibo reality, per quante puntate e per quanti volumi abbiano al loro attivo, non arriveranno mai ad avere.
Riso e lenticchie è il mio piatto preferito nell'universo. E ti dico di più, mi piace nella versione minimal (per non dire ascetica, per non dire poverissima) di lenticchie lesse+riso lesso+filo d'olio.
RispondiEliminati dirò, la tua versione è troppo*austera*per me...ma non sia mai che, dati i tempi, diventi quella più quotata...:D
Elimina