mercoledì 1 febbraio 2012

Viaggio nei bassifondi del cottimo digitale

Come ho già cercato di dimostrare in altre occasioni (e come hanno fatto altri meglio di me) il mondo della rete non differisce affatto dal "mondo reale", cioè dal mondo materialista composto di carne e membra affamate da cui internet, grazie all'immaginazione di qualche guru col talento dell'informatica, si sarebbe originata. I deliri millenaristici di Casaleggio&Grillo, così come i più genuini slanci di molti che confidano nella rete affinché renda gli umani del XXI secolo consapevoli e attivi, sono del tutto illusori e figli di una visione che ha completamente assorbito il verbo che così Carlo Formenti ha riassunto (qui): "innovazione è la parola magica con cui vengono legittimate le peggiori malefatte della cultura liberal liberista." E' in quanto consumatori che adoriamo internet e tutte le meraviglie che ci propone, rifiutandoci di scorgere, al di là della cortina di pixel, il lavoro di chi la rete ogni giorno la costruisce.

E come ogni luogo governato dal capitalismo, anche internet ha le sue zone bene, i suoi quartieri residenziali, quelli della movida più cool e anche i suoi bassifondi. I bassifondi della rete brulicano di precarissimi lavoratori alla ricerca di un tozzo di pane, disposti a qualunque infimo incarico pur di guadagnare qualche dollaro. Le loro ombre si allungano sulle schermate di annunci dei siti di outsourcing, e le loro freccette cliccano disperatamente in risposta anche alle peggiori proposte.

I datori di lavoro che si azzardano fino in queste lande malfamate, come accade nella realtà, hanno spesso necessità relative alle sfere più oscure della vita, prima fra tutte il sesso. Su Odesk, per esempio, può capitare che qualcuno abbia bisogno di scrittori dalla fervida fantasia, che redigano storie erotiche per 15000 parole totali in cambio di 100 dollari (qui). Ma c'è pure di peggio: per 10 storie a tema omoerotico, ciascuna di 10 pagine, il prezzo varia dagli 80 ai 150 dollari (qui). Evidentemente, come nel cosiddetto mondo reale anche in rete l'omosessualità è meno quotata di un sano comportamento etero. Capita persino di dover moderare dei forum sulla pornografia (qui), e c'è da scommettere che il budget indicato non è giornaliero.

Immagino che sapere che dietro a un raccontino arrapante o alla moderatrice master super-sexy si trovano dei lavoratori e delle lavoratrici filippini o indiani, abbruttiti da ore di lavoro davanti al pc e, magari, anche dalla convivenza forzata con un fuso orario tarato su utenti che si trovano dall'altra parte del globo, incrini un po' l'incantesimo.

Ma ci sono altre due cose che non possono assolutamente mancare in ogni bassofondo che si rispetti: le droghe e le bische. Non essendo un'appassionata di stupefacenti di sintesi, non ho una gran conoscenza di come funzioni quel mercato, ma basta fare una ricerchina per saperne di più. Del mondo delle bische online, invece, ho una conoscenza diretta e una frequentazione quotidiana da ormai quasi un anno. A differenza di quella della droga, l'industria delle scommesse via internet è piuttosto potente e fattura diversi miliardi di dollari all'anno nonostante il suo mercato più ricco, quello statunitense, sia di fatto proibito dal 2006, anno in cui il gioco via internet è stato sostanzialmente messo fuori legge. Per questo, è alla continua ricerca di mercati in cui espandersi e preme sui governi dei paesi più reticenti affinché legalizzino la sua azione. Negli USA, la lobby del gioco ha alle sue dipendenze senatori e governatori di singoli stati, e sta cercando di forzare paesi vastissimi come ad esempio l'India ad aprire il loro mercato.

L'Italia ha dato via libera all'impresa privata in questo campo a luglio del 2011, ed è a causa di questo cambiamento legislativo che io sono finita a lavorare coi casinò online. Occorrevano infatti madrelingua italiani per produrre contenuti pubblicitari e SEO oriented, al fine di preparare il terreno per i big che stavano per lanciarsi sul nostro web, e per sostenere la loro avanzata una volta varcati i confini. Anche se guadagno più dei giornalisti precari da 4 euro al pezzo, non posso dirmi certo ben pagata, anche considerando il fatto che il lavoro è praticamente stagionale. Durante le festività e le vacanze estive, infatti, aumenta, perché la gente ha più tempo, è più sola e quindi scommette di più. E' proprio sui periodi di festa che i casinò investono molte delle loro risorse, lanciando offerte particolarmente ghiotte, realizzando giochi ad hoc o organizzando tornei che riempiano le serate malinconiche dei giocatori. Mentre questi ultimi, nella solitudine delle loro case, sperperano le tredicesime su slot a tema natalizio, di fronte a qualche altro pc c'è una precaria che ringrazia e che, tra un articoletto e l'altro, fa una capatina in qualche luccicante e-shop del centro.

2 commenti:

  1. gli articoli porno soft li avevo visti pure io, ero molto tentato, poi ho dovuto affrontare la mia poca fantasia. :)

    cmq è davvero piacevole il tuo blog.
    giò

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    1. Quindi anche tu sei un lavoratore disgraziato in outsourcing? Chissà quali incredibili avventure ti ha riservato la vita...
      Grazie per il complimento! :D

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